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Quali sono stati i percorsi e le aporie del "fare" gli italiani fra età liberale, fascismo e repubblica? Un integrativo declinato in questo saggio tracciando due itinerari, solo apparentemente divergenti. Da un lato, i dibattiti e gli argomenti di una pedagogia nazionale di natura antipolitica, antiparlamentare e antiburocratica, alla ricerca di altre "agenzie", oltre allo Stato, meglio adeguate alla pedagogia nazionale rispetto alle istituzioni scolastiche. La scuola stessa poteva meglio assolvere al suo ufficio educativo se praticava un'antipedagogia del vitalismo e della spontaneità. D'altro canto, la riflessione sugli strumenti di selezione e formazione delle classi dirigenti, propria del discorso sull'istruzione superiore, identifica un preciso compito dello Stato.